La telemedicina sta facendo enormi progressi, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie.

David Myung e Robert Chang, ricercatori della Stanford University School of Medicine, hanno pubblicato qualche anno fa uno studio nel quale uno smartphone può essere utilizzato per fotografare le parti dell’occhio e consentire all’oculista di effettuare una diagnosi anche a distanza. Lo smartphone sarebbe attrezzato con appositi adattatori chiamati EyeGo, coi quali è possibile effettuare foto ad alta risoluzione sia della parte anteriore dell’occhio, la cornea, sia della parte posteriore, la retina. L’app installata salva le informazioni nella cartella clinica del paziente.

Il prototipo iniziale aveva un prezzo attorno ai 90 dollari, nettamente inferiore a quello dei costosi macchinari esistenti utilizzati negli ospedali, dove presenti. Il loro uso può essere utile a molte persone che vivono in paesi scarsamente sviluppati, ed anche a persone che vivono bloccate nella propria abitazione per un handicap. O possono servire per effettuare una diagnosi in tempi rapidi di un paziente ricoverato al pronto soccorso. “Un’immagine vale più di mille parole” ha commentato Myung.

Un analogo strumento è stato messo appunto nel 2017 anche da alcuni ricercatori italiani e si chiama D-Eye. E’ una cover per smartphone che lo trasforma in un oftalmoscopio per l’analisi del fondo oculare grazie all’apposita app installata. Questo permette di diagnosticare eventuali problemi della retina in maniera rapida e precisa. L’inventore è il Dott. Andrea Russo, oculista della Clinica oftalmologica dell’università di Brescia. La cover è stata premiata dall’American Academy of Ophthalmology e dalla Società oftalmologica italiana.