HTC VIVE: la realtà virtuale è il futuro dell’intrattenimento?

Tutto iniziò ad aprile del 2016, quando fui uno tra i primi 100000 al mondo ad ordinare HTC VIVE . Sono sempre stato appassionato di tecnologia e volevo essere tra i primi a provare questa meraviglia. HTC VIVE è un visore per la realtà virtuale (non si tratta di realtà aumentata come per i Google Glass), abbastanza analogo come prestazioni ad Oculus Rift , con la differenza che mentre con quest’ultimo bisogna per forza stare seduti, con HTC VIVE invece è possibile spostarsi all’interno di un’area predefinita della propria abitazione o sede selezionata. Il poter godere di questo ‘gioellino’ non è per tutti. Bisogna innanzitutto possedere un pc potente per poterlo sfruttare al meglio a livello grafico e di renderizzazione degli ambienti virtuali, il suo costo è attorno ai 1000 euro che non è poca cosa, e bisogna avere una stanza vuota di 4×4 metri o 5×5 metri o con uno spazio volumetrico simile (difficile pensare quindi che chi ha una casa piccola o con poco spazio, ogni volta si metta a spostare i mobili per far spazio, anche se si può in quel caso utilizzare il visore nella semplice modalità da seduto). Nella stanza bisogna poi installare a una certa altezza da terra due base station, in due lati/angoli opposti della stanza, in modo che si vedano puntando il laser e inquadrino il perimetro base entro cui ci si può spostare. Superati tutti questi step intermedi, finalmente intorno alla metà di maggio mi arrivò il visore con una bella scatola provvista di tutto il necessario, compresi i due controller per poter azionare dei comandi all’interno della simulazione nella realtà virtuale.
L’impatto iniziale è stato sconvolgente: messo il casco munito di cuffie accessorie e avviata una prima simulazione di test, la stanza del mio studio è diventata improvvisamente cinquanta volte più grande, assomigliando a un enorme hangar di un laboratorio, nel quale un robot tutor mi faceva da guida nell’apprendere i comandi. La senzazione è di essere realmente lì, sembra reale ma si è consapevoli che non lo è, per cui in qualsiasi momento si può sospendere la simulazione. Scordatevi comunque tutti i media che conoscete finora, cinema, telefono, tv, etc. perché siamo su un altro livello completamente nuovo! A livello tecnico il visore ha una webcam posizionata davanti per poter eventualmente vedere lo spazio esterno, è dotato di una serie di sensori sul casco che comunicano la posizione ricalcolata all’interno dello spazio virtuale grazie ai puntatori laser delle base station. La risoluzione è di 2160x1200px, per cui guardando attentamente specie gli oggetti ravvicinati, si notano i pixel, ma i visori futuri avranno una definizione ancora più definita. Lo svantaggio principale è dato non tanto dalla pesantezza del casco, che si può adattare facilmente alle proprie misure, ma da un cavo che lo collega al computer per trasmettere i dati. Nei visori futuri HTC VIVE PRO si adotterà un sistema completamente wifi. Si potrebbe pensare di andar facilmente a sbattere contro il muro, ma il sistema prevede una griglia intelligente per cui se mi trovo ad esempio in uno scenario aperto, quando arrivo al limite fisico della stanza, grazie ad un sistema chiamato dai programmatori Chaperone, si innalza una griglia virtuale che mi fa capire dove fermarmi e non procede oltre. E voi mi chiederete, ma allora come faccio ad andare fin laggiù a vedere quell’oggetto? Semplice, grazie ai due controller che fungono da teletrasporto in una zona più distante.
Ho provato sia alcuni giochi, che alcune simulazioni (su STEAM si possono acquistare molti software per la vr, anche a prezzi non eccessivi). Giusto per citarne alcuni, Tilt Brush è un paint in 3D dove si possono realizzare sculture e forme geometriche direttamente all’interno di un ambiente virtuale tridimensionale, credendo realmente di esser lì, oppure Everest VR dove si può provare l’esperienza di un’escursione sulle famose vette himalayane. Oppure The Blue nel quale sono ricostruiti i fondali marini e sembra realmente di esser lì (ho provato spavento quando una balena dalle dimensioni enormi mi si è avvicinata con il suo occhio che mi guardava, e fastidio quando delle meduse mi venivano addosso e ho tentato di scansarle in tutti i modi). Cito anche Fallout 4 VR , uno tra i più famosi videogiochi di questi ultimi anni, dove ci si immerge completamente in una realtà post-atomica e post-apocalittica. La potenzialità dei visori per la realtà virtuale è molto alta, basti pensare alle possibili applicazioni in campo medico e scientifico (si stanno preparando gli astronauti che andranno su Marte con questi visori che simulano ambienti ostili – a tal proposito esiste una simulazione Mars 2030 con scatti di veri fondali di Marte acquistabile dal normale pubblico), come nel mondo del lavoro (conferenze ‘in diretta real’ da posti distanti, o sviluppo di modelli 3D come se fossero veri nelle dimensioni) e dell’intrattenimento (sia nei videogiochi che nel sesso), come anche a livello culturale (realizzazione di ambienti storici).
Dopo l’elenco di tutte queste meraviglie penserete che sia completamente soddisfatto dell’acquisto, ma purtroppo devo dire che mi ha lasciato in parte l’amaro in bocca. Lo consiglio da provare assolutamente, l’esperienza nella realtà virtuale è davvero unica, ma il problema è che ci sono ancora pochi software pensati per la vr, per cui finita ad esempio la simulazione del fondale marino, durata magari un paio d’ore, la si può riprovare ma alla fine diventa ripetitiva. Sicuramente nei prossimi anni aumenteranno i programmi disponibili, come anche la qualità di questi visori. Cosa che ad un pioniere come me farà senz’altro piacere. E voi cosa ne pensate, vi va di fare un giro nella vr? O avete già provato da qualche parte l’esperienza? Dite la vostra!
Scrivi una Risposta o Commento