Mi hanno sempre affascinato i film dall’atmosfera cyberpunk, come Strange Days e Blade Runner. In questa visione si prospetta un mondo futuro degenerato dallo strapotere di lobby e corporazioni, mentre la tecnologia ha conosciuto uno sviluppo straordinario, grazie al quale anche i più poveri possono permettersi l’uso di sofisticati apparecchi elettronici e computerizzati di ogni tipo: innesti cibernetici, interfacce neurali, dischetti che ti permettono di rivivere i ricordi di un’altra persona memorizzati in un archivio di dati. Tutto questo allontana l’uomo dalla natura, per vivere in grandi metropoli caotiche e degradate, schiavo di queste meraviglie tecnologiche. Ma sarà proprio così? O è solo una visione distopica della realtà? Già oggi se pensiamo bene viviamo in un mondo sempre più informatizzato grazie al web, e siamo agli albori di una nuova era tecnologica. Saremo in grado di accompagnare questo sviluppo con una giusta etica? Questa è una delle domande fondamentali che dobbiamo porci per evitare una deriva sociale come quella prospettata dalla cultura cyberpunk nell’universo sci-fi. Al prossimo capitolo…